Trasmutato a quel rito in uom si vede;
Sdegna le vanità, sdegna i piaceri; 154Più non vuol che Speranza e Amore e Fede,
E benefici, puri, alti pensieri,
E studi gravi, e faticante vita 157Pe’ divini del Golgota sentieri!
Ah! benchè poi dopo cotanto ardita
Dolce fidanza, a tempo non lontano 160Trascorra ov’a lui d’uopo è nova aïta,
Al Crisma santo ei no, non mosse invano:
Però che in lui ritorna con possanza 163Questa voce secreta: « Io son cristiano »!
E ripiglia la Croce, e al ciel s’avanza.
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A me quella secreta, amabil voce
Più nella giovinezza non diè posa,
Sì che sovente alla gettata Croce 168Rivolsi la pupilla timorosa;
E sebben mi paresse incarco atroce,
La riportai con esultanza ascosa,
Rammentando mia infanzia, quella Chiesa, 172E quel Crisma, e la possa indi in me scesa.