Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/53


( 51 )

Trasmutato a quel rito in uom si vede;
     Sdegna le vanità, sdegna i piaceri;
     154Più non vuol che Speranza e Amore e Fede,

E benefici, puri, alti pensieri,
     E studi gravi, e faticante vita
     157Pe’ divini del Golgota sentieri!

Ah! benchè poi dopo cotanto ardita
     Dolce fidanza, a tempo non lontano
     160Trascorra ov’a lui d’uopo è nova aïta,

Al Crisma santo ei no, non mosse invano:
     Però che in lui ritorna con possanza
     163Questa voce secreta: « Io son cristiano »!
   
E ripiglia la Croce, e al ciel s’avanza.

                             ................

A me quella secreta, amabil voce
     Più nella giovinezza non diè posa,
     Sì che sovente alla gettata Croce
     168Rivolsi la pupilla timorosa;
     E sebben mi paresse incarco atroce,
     La riportai con esultanza ascosa,
     Rammentando mia infanzia, quella Chiesa,
     172E quel Crisma, e la possa indi in me scesa.