Da qual lato pur penda la bilancia
De’ meriti maggiori e de’ delitti,
Gode la fantasìa quando si slancia 36Fra monumenti o per magìa di scritti
In mezzo a quelle stirpi use alla lancia,
Alle preghiere, ai mistici conflitti,
Ai romeaggi, ai ruvidi cilìci, 40A tutta l’energìa de’ sacrifici.
E ciascun che non basso abbia l’ingegno
Ammira que’ giovanti cenobiti,
Ch’oggi il diffamator con riso indegno 44Pinge ozïosi, inutili, insaniti:
Senza i loro intelletti, avrebbe il regno
D’ignoranza coverto i nostri liti:
Ingratitudin dementò la terra, 48Quando in sua civiltà lor mosse guerra.
L’anima langue e impicciolisce quando
La ristringiam ne’ quattro dì presenti:
Nobil uopo ha di spargersi, abbracciando 52Avi e imperi e costumi e grandi eventi:
Uopo ha di meditar, commiserando
Coi nostri error quei delle scorse genti:
Uopo ha d’uscir di sue natìe catene; 56Ogni tempo, ogni spazio le appartiene.