Questa donna vegg’io quindi nel tristo
Tempo in cui Dio l’indico morbo scaglia
Trarre agl’infermi ad onta del previsto 204Pericolo che a molti il cuore ismaglia.
Compiange, esorta, ajuta, e volge a Cristo
Chi in angoscia di morte si travaglia,
Poscia a piangenti vedove e orfanelli 208D’orrenda povertà tempra i flagelli.
In tai fatiche ed in quell’aure infette
Langue della gentil la debol salma,
Ma sinch’altri giovar Dio le permette, 212Ella non osa a sè conceder calma:
Il benevol desìo forza le mette,
E sua fiducia dal Signore ha palma:
Dolora, ma prosegue, e con sant’arte 216Altrui suoi patimenti asconde in parte.
Tal esser può sì fievol creatura,
Qual è donna cresciuta a splendid’agi,
Quando al lume del Ciel che l’assecura, 220Pace e gloria non pone in bei palagi,
E rammenta che un Dio prese figura
Di poverello, e visse infra disagi,
E di lui ne assevràr le labbra sante 224Che in ogni afflitto Ei stassi a noi davante!