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Data fu la sua destra a mortal degno
     Di tesauro sì bello e invidïato.
     Lontana dal natìo, gallico regno,
     36Mosse al diletto suo compagno a lato:
     Non mirò i novelli usi con disdegno,
     Non portò di straniera orgoglio usato:
     Amò la nova patria, amò l’antica,
     40Visse de’ giusti d’ogni lido amica.

Il livor de’ volgari alla gentile
     Perdonò l’esser nata in altre sponde,
     Tanto le piacque farsi a noi simìle
     44Avvezzando le sue labbra faconde
     Non solo al bel, sonante italo stile,
     Ma al dïaletto che di Dora all’onde,
     E in tutte le dolci aure subalpine,
     48Bench’irto, par che ad amicizia inchine.

Ai genitori dell’amato sposo
     Abbellì reverente i vecchi giorni,
     Però che ognor fu suo pensier pietoso
     52Che da nostr’opre gloria al Signor torni,
     E da noi con amor religïoso
     La voce del vicin di rose s’orni,
     E dal Ciel maggiormente al dolce sesso
     56Recar sollievo altrui venga commesso.