Cinta ell’è di ricchezze e di splendore,
E le aggradano brio, riso, favella;
Tutte potrebbe del suo viver l’ore 12Incantar con magìa sempre novella:
Par che delizïato il suo bel core
Ogni affannoso sentimento espella;
Ma questa d’eleganti arti regina 16Nutre d’egregi fatti ansia divina.
E color che l’ammirano raggiante
D’ingegno e grazia in suoi ridenti crocchi,
Ignoran che fissati ha poco avante 20Sopra miseria spaventosa gli occhi;
Che sua candida man dianzi tremante
Alzò il mendico prono a’ suoi ginocchi;
Che il delicato piè stanco or riposa 24D’aver recato ad egri aïta ascosa.
De’ suoi giorni in sull’alba acerba morte
Rapito a lei la dolce madre avea;
Ma il padre in sen chiudeva anima forte, 28Anima avversa ad ogni bassa idea:
Ei della figlia le pupille accorte
Volgere a desideri alti sapea:
Pensante crebbe, e in ogni tempo ambìo 32Il sorriso del padre e quel di Dio.