Antichissima colpa ed oscura
Dal felice cospetto del Padre
Quell’altissima un dì creatura 12Discacciò, preda a vermi e dolor.
Disputar colle belve la terra
L’uom fu visto, alle belve agguagliato;
Gli elementi gli mossero guerra, 16Nulla il vinse: egli grande era ancor.
Ma più grande il fe’ guardo d’amore
Ch’ei pentito osò volgere al cielo:
Da quel guardo fu preso il Signore, 20Scese un giorno, e coll’uomo s’unì.
Non fu tolta alla colpa ogni pena
Per giudizio ineffabil del Santo,
Ma la coppa del duol fu ripiena 24Di quel Dio che coll’uomo patì.
Da quel giorno s’inchina al mortale
Ogni mente che inchinisi a Dio,
Perch’entrambo con palpito eguale 28Condivisero gaudio e martìr.
Da quel giorno gli spirti del cielo,
Cui straniera fu sempre sventura,
Santa invidia portaro all’anelo 32Che per Dio può con gioia morir.