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Su quell’alto colosso eran mie ciglia
     Lungamente fissate da lontano,
     E quella fè che a tutto il cor s’appiglia
     324Da me espelleva ogni pensier profano.
     Parea al mio spirto pien di maraviglia,
     Che il Santo stesso, alzando ivi la mano,
     Accennasse di Dio le creature
     328Benedir tutte, e benedir me pure!

Come allora, oggi esclamo con affetto:
     Proteggi, o Carlo, la Lombarda terra,
     Ed ogn’Itala sponda, ed ogni petto,
     332Ovunque ei sia, che preci a te disserra!
     Se germe è in noi di ben, rendil perfetto,
     All’opre vili insegnaci a far guerra,
     Veglia su noi qual padre, ed i tuoi figli
     336Sprona e guida a vittoria infra i perigli!