« Codardo! esclama un de’ compagni; pensa
Che ognor la sorte al nostro messo arrise;
La sua destrezza in tutte imprese è immensa, 180E altre volte le man di sangue ha intrise.
Move or egli ad oprar fra turba densa,
E fìan le menti da terror conquise,
Sì che non arduo esser gli dee celarsi, 184E illeso nelle tenebre ritrarsi ».
Il terzo ostenta egual baldanza, e dice:
« Purch’egli atterri il Vescovo odïato!
S’anco andasse scoverto l’infelice, 188E in ferri tratto, e a morte strascinato,
Chi potrà dimostrar ch’eccitatrice
Fosse la nostra voglia all’insensato?
Al venerevol Carlo inni alzeremo, 192E il suo uccisor cogli altri imprecheremo ».
Intanto l’omicida affretta il passo,
E sui preposti a sogghignar si sforza;
Sembragli il loro cor vigliacco e basso, 196Quand’è più d’uopo irremovibil forza;
E dice: « Io ben son certo che a me lasso,
Se la prospera stella oggi si smorza,
Intenti solo ad evitar lor danno, 200Costor l’amistà mia rinnegheranno.