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Del paterno suo cor fur monumento
     Ospizi per famelici ed infermi,
     E istituti ove sprone ed alimento
     108Dato venìa d’intelligenza a’ germi,
     E il suo forte, moltiplice intervento,
     Ove occorrean contr’ingiustizia schermi,
     E l’impulso ch’ei diede a’ patrii ingegni
     112Verso i nobili fatti e i pensier degni.

Sua immensa carità, suo santo ardire
     Suscitogli appo il trono alti nemici;
     A impudenti rampogne, a spregi, ad ire,
     116Grida si mescolar calunniatrici:
     Nudrir fu detto scellerate mire,
     Tutti i dolenti a sè facendo amici;
     Dei regi udissi schernitor chiamato,
     120Che il lituo avea sopra gli scettri alzato.

Lasciava ei che la collera stridesse,
     E della Chiesa ognor sostenne il dritto:
     Finchè vestigi sulla terra impresse
     124Contro a sè vide mosso empio conflitto;
     Ma se alcun della grazia ai lampi cesse,
     Con gioia obbliò Carlo ogni delitto;
     E spesso tal, che più l’aveva offeso,
     128Alfin d’amor per lui sentiasi acceso.