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Io t’amai da fanciullo, indi partito
     Da te sembrai, ma spesso a te pensando,
     12De’ lunghi errori miei gemea pentito;

Ed in que’ giorni di dubbiezza, quando
     Della fallacia dell’orgoglio mio
     15Pur meco stesso mi venìa crucciando,

Un bisogno invincibile d’Iddio
     Talvolta m’assaliva e mi parea
     18Che a speranza da te mosso foss’io.

E se in un tempio allor mi ritraea,
     Cercava la tua immagine, e in quel viso
     21Virgineo e celestial fede io ponea.

E gioiva al pensar che in paradiso,
     Appo il fulgor dell’eternal bellezza,
     24Brillasse d’una femmina il sorriso!

Il sorriso di madre a pietà avvezza,
     Ed al desìo che in virtù crescan lieti
     27Quei cari figli ch’ella tanto apprezza.

Non badar, no, se troppo a’ consüeti
     Sentier d’infedeltà raddotto m’hanno
     30Miei giovenili affetti irrequïeti,