Solo il mortal, benchè ogni senso sbrame,
E si sforzi a letizia, ode una voce
15Che in cor gli grida: — L’ore tue son grame!
Sempre muta pensier, sempre lo cuoce
Uopo sfrenato di scïenza o possa,
18Sempre una spina a sue calcagna nuoce.
Solo fra gli animali ei pur dall’ossa
De’ cari estinti aspetta vita, e crede
21Sovrastar gioie e danni oltre alla fossa.
In ogni secol l’uom si vanta erede
D’avito senno e cresciutissime arti,
24Ed egualmente sitibondo incede.
Ambisce ragunar tutti i cosparti
Lumi dell’universo, e farsi Iddio,
27E rifuggongli quei da cento parti.
Agogna fama, e lo ravvolge obblio,
Sanità cerca, e infermità l’abbatte,
30Sa di peccare, e vorrebb’esser pio.
Contr’altri, contra sè freme e combatte,
Vuol parer dignitoso ed assennato,
33E il premon fantasie luride e matte.