Ci favellò non più come in Orebbe
Con formidabil, mistica favella,
Ma qual mortal che della donna crebbe
32Alla mammella.
E quella Madre ch’egli amò cotanto
Diede alle donne qual modello e amica,
Qual Madre a ognun ch’a lei con dolor santo
36Sue pene dica.
Le nostre pene, ah sì! dalle Taurine
Sponde alla Madre del Signor dicemmo,
E le pupille sue sovra noi chine
40Brillar vedemmo.
L’indica lue nostr’aure appena attinse,
Ci risovvenne la pietà degli avi,
E quella Madre col sospir respinse
44Gl’influssi pravi.
Andò assalendo il morbo alcune vite,
Ma più rifulse indi il recato scampo:
A gare insiem di carità squisite
48S’aperse un campo.