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E il tuo libro d’amore isconsolato,
     Benchè riscosso immensi plausi avesse,
     Benchè da te qual prima gloria amato,
     132Bench’opra non indegna a te paresse,
     Talor gemer ti fea, ch’avvelenato
     Un sorso gioventù quivi beesse
     D’ira selvaggia contra i fati umani,
     136Ed idolo Ortis fosse a ingegni insani.

Biasmo gagliardo quindi al giovin davi
     Che ti dicea suoi forsennati amori;
     E l’atterrarsi, codardìa nomavi,
     140Sotto qual siasi incarco di dolori;
     E sua vita serbar gli comandavi
     Per la pietà dovuta a’ genitori,
     Pel dovuto anelar d’ogni vivente,
     144Sì che sacri a virtù sien braccio e mente.

Di molti io memor son tuoi forti detti
     Da core usciti di giustizia acceso,
     E a tue nascose carità assistetti,
     148E al tuo perdon ver chi t’aveva offeso;
     E pochi vidi sì söavi petti
     Portar costanti il proprio e l’altrui peso,
     E quel pianto trovar, quella parola,
     152Che gli afflitti commove, alza e consola.