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E ben più udii dal labbro tuo eloquente,
     Quando insiem leggevam famose carte,
     Ove un illustre ingegno miscredente
     108Rampogne avea contro alla Chiesa sparte:
     Dal seggio allor balzasti impazïente,
     E ti vidi magnanimo scagliarte
     A sostener con voci alte e robuste,
     112Che le accuse ivi mosse erano ingiuste.

E quantunque a’ Pontefici severo
     Si volgesse il tuo spirto e a’ Sacerdoti,
     Ammiravi la cattedra di Piero
     116Ne’ giorni di sua possa più remoti;
     E di gentil nell’arti magistero
     Datrice l’appellavi a’ pronepoti;
     E sovra ognun che fu decoro all’are
     120Liberal laude ti piacea innalzare.

Se in alcuna tua carta eco facesti
     D’animi non cristiani alla favella;
     Se di soverchio duol semi funesti
     124Sparsi hai ne’ cuor che passïon flagella;
     Se del secolo errante in cui nascesti,
     Bench’alta, l’alma tua rimase ancella,
     Opra fu di fralezza e di prestigio,
     128Non mai di petto a mire inique ligio.