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Io vidi i tempi, e mesto allor sorrisi
     Dell’uman replicato, allegro vanto,
     Che ai posteri s’appresti
     Carco minor di guerra e di perfidia:
     335Dacchè del sangue del fratello intrisi
     I passi di Cäin furo e di pianto,
     La famiglia mortal sempre funesti
     Nutre germogli di fraterna invidia:
     Mutan le usanze, e ognora
     340Convien che Abel gema, perdoni e mora.

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Orrenda è storia, e sarà sempre orrenda
     Questa milizia della umana vita,
     Tal che lo stesso Iddio
     Fattosi a noi fratel, fu strazïato!
     345Inorridiam, ma non viltà ci prenda:
     Possente è umanità, benchè punita;
     La regge quel Divin che a lei s’unìo!
     Il figlio della creta è al duol dannato,
     Ma la terribil prova,
     350S’egli ambisce il trionfo, a dargliel giova.