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Gloria su quell’età fulse immortale;
     Ma nè per la gentil magìa de’ carmi,
     Nè pei dipinti insigni,
     Nè per più gravi studi, e nè pel forte
     295Dato da’ santi di virtù segnale,
     Non s’antepose caritade all’armi,
     Non s’ambiron costumi alti e benigni;
     Chè di superbia sempre le ritorte
     Scevràr dai pochi buoni
     300La turba degli stolti e de’ ladroni.

                             ................

Vidi un’età delle sue forze altera,
     Che di filosofia luce si disse:
     Garrì coi re, coll’are,
     Supplizi eresse, e libertate offrìo;
     305Indi men rea si fece, e più guerriera,
     Ed adorò il mortal che più l’afflisse;
     Poi veggendo crollato il Luminare,
     A somme altre fortune alzò il desìo;
     Sempre mutava insegna,
     310Giurando inalberar la più condegna.