Gloria sorrise all'immortal portento,
Onde crebbe ogni scritto a mille a mille;
Non più temuto danno
Fu il perir de' giovanti, aurei volumi: 235Ma con sacre faville indi incremento
Trasser tante malefiche faville,
Che se qui il ver, là incensi ebbe l’inganno.
E fur cäosse ancor tenebre e lumi:
Dei tre veggenti forse 240All’ombre irate il fatal don rimorse.
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Vidi un’età delle sue forze altera,
E l’uom che in lei saldissim’ orma impresse,
Fu il Ligure che volse
Su novello emisfer l'armi e la frode 245Dell’ingorda europea stirpe guerriera:
Chiese ad Italia che colà il träesse
Promettendole un mondo, e spregi colse;
Mosse ad Ispania, e prore ottenne e lode;
Trovò i promessi regni, 250E n’ebbe in guiderdon vincoli indegni.