Gloria brillò sul Tebro incomparata;
Ma i gagliardi imperanti all’universo
D’onor si dispogliaro,
E dier lo scettro a destre parricide: 55La immensa monarchia fu lacerata,
E da’ suoi prodi eserciti converso
Contro agli Augusti suoi venne l’acciaro,
E più stolto di pria l’orbe si vide:
Gara di colti e rozzi 60Furon morte, perfidia e gaudii sozzi.
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Vidi un’età delle sue forze altera,
E dava di sè mostra in varie sedi:
I popoli che oppressi
Avea di Roma il gigantesco ardire, 65Veggendo vacillar l’alta guerriera,
Di sue virtù si dissero gli eredi:
Fiato alle trombe in venti regni diessi,
E tutti ardendo di terribili ire
Giuràr pei nobili avi 70Che a Roma guasta non sarìano schiavi.