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Gloria brillò sul Tebro incomparata;
     Ma i gagliardi imperanti all’universo
     D’onor si dispogliaro,
     E dier lo scettro a destre parricide:
     55La immensa monarchia fu lacerata,
     E da’ suoi prodi eserciti converso
     Contro agli Augusti suoi venne l’acciaro,
     E più stolto di pria l’orbe si vide:
     Gara di colti e rozzi
     60Furon morte, perfidia e gaudii sozzi.

                             ................

Vidi un’età delle sue forze altera,
     E dava di sè mostra in varie sedi:
     I popoli che oppressi
     Avea di Roma il gigantesco ardire,
     65Veggendo vacillar l’alta guerriera,
     Di sue virtù si dissero gli eredi:
     Fiato alle trombe in venti regni diessi,
     E tutti ardendo di terribili ire
     Giuràr pei nobili avi
     70Che a Roma guasta non sarìano schiavi.