» A nulla giova favellar di dritti,
» E gli avi rammentar con gran burbanza:
» D’ammendati parenti all’opre sole 382» Puote ribenedetta andar la prole ».
Ma i più ascoltavan, e movean la testa,
E tenean la fatidica per pazza;
E lungh’anni durò la ria tempesta 386Degl’invasori sull’iniqua razza.
Tutta convenne tracannar la infesta
Di servitù e d’obbrobrio amara tazza;
Sepolta andonne civiltà, e con pena 390Dopo secoli ancor ripigliò lena.
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Manda, o Signor, lo spiro tuo possente
Ne’ padri che al mio tempo han la tutela 393Della patria speranza adolescente!
Quanto sia gran tesoro ad essi svela
Un’affidata nova alma immortale, 396Cui tanti move assalti corruttela.
In padri e genitrici un’ansia eguale
Desta sì, che ne’ figli i pensier santi 399La possa degli esempi non affrale!