Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu/130


( 128 )

          » A nulla giova favellar di dritti,
          » E gli avi rammentar con gran burbanza:
          » D’ammendati parenti all’opre sole
          382» Puote ribenedetta andar la prole ».
         
     Ma i più ascoltavan, e movean la testa,
          E tenean la fatidica per pazza;
          E lungh’anni durò la ria tempesta
          386Degl’invasori sull’iniqua razza.
          Tutta convenne tracannar la infesta
          Di servitù e d’obbrobrio amara tazza;
          Sepolta andonne civiltà, e con pena
          390Dopo secoli ancor ripigliò lena.
     
                                  ................
     
     Manda, o Signor, lo spiro tuo possente
          Ne’ padri che al mio tempo han la tutela
          393Della patria speranza adolescente!
     
     Quanto sia gran tesoro ad essi svela
          Un’affidata nova alma immortale,
          396Cui tanti move assalti corruttela.
     
     In padri e genitrici un’ansia eguale
          Desta sì, che ne’ figli i pensier santi
          399La possa degli esempi non affrale!