Vedi la donna col suo piccol nato,
Che suggendole il seno a lei sorride:
Sebben abbiale tanto egli costato, 32La madre da lui mai non si divide.
Insazïata il guarda, insazïato
È il provveder ch’ei non s’affanni e gride:
Animo lieto o da timore oppresso 36Nella veglia o nel sonno ha ognor per esso.
Lo sposo benchè a lei caro cotanto,
È più caro perch’ei pur ride al figlio;
Sovente, favellando a lei d’accanto, 40S’avvede ch’ella e core e mente e ciglio
Tien sovra il pargol con sì forte incanto,
Che non ha udito il marital consiglio:
Allora ei tace e mira, e con dolcezza; 44Il lattante e la madre egli accarezza.
Oh tristo il giorno, oh trista l’ora, quando
Giace nella sua cuna egro il bambino
E la giovine madre sospirando 48Ad ogn’istante riede a lui vicino,
E invan teneri detti prodigando
Tien sulle amate labbra il petto chino,
Ma l’offerta mammella ei bacia appena, 52E non la sugge, ed a vagir si sfrena!