Me al canto ora costringono
Cinque istmiche vittorie e un’altra ancora,
Che cara a Giove Olimpia 16Vide: e una doppia palma si mietea
Da te in Cirra e dagli avoli,
Megacle; ed ora per vittoria nova
Sento esultanza: spiacemi 20Solo che invidia guerra al merto mova.
Dicono che se florida
Felicitade all’uomo s’avvicina,
Ella dipoi fuggevole 24Tragge le cose nella sua rapina.
Istmica III ― a Melisso vincitore con la quadriga.
Se alcuno già felice diventato
Per glorïosi ludi od ôr possente,
Non da fortuna prospera accecato 4Il grave orgoglio frenar sappia in mente
Della città ben merta egli le lodi.
O Giove, le virtù grandi tu dài
Compagne all’uom. Chi serva accorti modi 8Più a lungo, o Giove, fortunato fai.
Ma non così la prospera ventura
Fida compagna è all’uom d’alma maligna.
Il forte gl’inni al suo valor procura, 12Ma merta il vate ancor grazia benigna.