Pagina:Poesie greche.djvu/68


— 60 —

30. Del medesimo.

Di matin Melanippo abbiam sepolto,
  E, appena il sole ci nascose il volto,
  La giovine Basila verginella
  S’è spenta di sua mano. Appena ch’ella
  Ebbe sul rogo il suo fratel veduto,
  Vivere senza lui non ha potuto
  Cirene piange, vista al tutto orbata
  Una famiglia di figliuoli ornata.

31. Del medesimo.

State non fosser mai rapide navi,
  Chè Sopoli a Diodide figliuolo
  Non piangeremmo. Or ei tratto sul mare
  S’aggira estinto, e noi passiam davanti
  Al nome sculto e al vuoto monumento.

32. Del medesimo.

Le Samïe fanciulle hanno di Cretide
  Brama. Ella adorna fu di dolce eloquio,
  Grata compagna nello scherzo e garrula.
  Ora il fato commun nel sonno l’òccupa.

33. Del medesimo.

Va il cacciatore o Epicide,
  Quanto più neva e agghiaccia
  Di lepri e damme assiduo
  Ad inseguir la traccia.