Un omicida
Giacea dormente
Vicino a putrido
Muro cadente.
A lui Sarapide
N’andò, si dice;—
Dal suolo, dissegli,
Sorgi, infelice,
E al sonno cercati
Asil sicuro.—
Quei desto andossene,
E tosto il muro
Crollò precipite
Tutto in rovina,
Onde quell’empio
Ogni mattina
Offria festevole
Voti agli Dei,
Come se fossero
Propizii a’ rei.
Di nuovo apparvegli
Di notte il Dio
Dicendo: — o misero,
Sappi che s’io
↑Fiori sullo scorcio del secolo quarto e sul principio del quinto.