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11. Callino 1.


E fino a quando voi sì molli, o giovani
     Giacenti inerti, un forte core avrete?
     E quando del vicin, che intorno v’abita,
                        Arrossirete?
Dormir sperate in seno a pace placida
     Or che la guerra tutto il mondo guasta?
     Siavi chi pugni e infino a morte impavido
                        Avventi l’asta.
Bello e fonte d’onor per la sua patria,
     Pe’ figli della sua giovin consorte
     Pugnar: quando le Parche il filo tronchino,
                        Verrà la morte.
Orsù, diritto alla battaglia corrasi
     Levando con la man l’asta guerriera:
     Lo scudo copra il forte cor, si mescoli
                        La pugna fiera.
Inver la morte, se mai fato impongala,
     Ad impedire nessun uomo vale,
     Nè pur s’egli discenda di purissimo
                        Sangue immortale.
Chi fugge pugna ovver di dardi sonito
     Lui spesso in casa la sua Parca insegue,
     Nè di popolo poscia il desiderio
                        Giammai lo segue.
Ma dal valente, se mai morte colgalo,
     Vive la brama desta in ogni core.


  1. Altri attribuiscono questo canto a Tirteo.