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     Che l’arsura il suo foco profonde
     Sulla terra: lo scolimo fiora.
Or le donne più fervide sono,
     Ma dell’uomo la possa è languente;
     Ferve il capo, fa in molle abbandono
     Le ginocchia piegar Sirio ardente.




Inebbriär dobbiamci oltre misura,
     Ché Mirsilo tiranno è in sepoltura.




Albero non piantar pria della vite1.




Mai non si deve a doglia l’animo
     Lasciare in preda, perchè niun utile
     Dà il duolo; se il vino si reca,
     È l’ebbrezza il rimedio migliore2.




Non v’ha bisogno di propugnacoli:
     Gli uomini sono schermo alla patria,
     Quando s’accinge ella a pugnar.
     Degl’inimici quelle armi splendide


  1. Orazio: — Nullam, Vare, sacra vite prius severis arborem.
  2. Questa strofa è sul metro dei pretesi alcaici italiani oggi in voga.