Citerea per te, pe’ miei
Ceppi giuro e pel tuo amore
E per ogni cacciatore, 20Io non volli Adon ferir,
Ma vedutol sì leggiadro
Ed ignudo il gentil fianco,
Non potei, no, far di manco 24Di baciarlo, ebbro d’amor.
Fu il mio mal la mia mascella.
A punir le innamorate
Zanne, sian da te tagliate: 28Perchè mai le porto io più?
E se poi ciò non ti basti,
Queste labbra strappa ancora,
Che baciare osâro. ― Allora 32Sentì Venere pietà,
E agli Amori fe’ precetto
Che al cinghial fosse spezzato
Ogni laccio, e liberato 36Quegli allora la seguì,
Ma non più nel bosco volle
Dirizzare il suo cammino,
Ad un fuoco andò vicino, 40E le zanne si bruciò.