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Alceo, levato il brando
     Contro l’empio tiranno,
     Fra le tazze, cantando,
     Obliava l’affanno.
Luce degli intelletti,
     Dei sofi disputanti
     Udian le scuole i detti
     E de’ poeti i canti.
Pugnava il giovinetto
     Nel palestrico agone,
     Apparecchiando il petto
     Alla crudel tenzone.
Di giovani ridenti
     Fra le danze giulive,
     Amore i cori ardenti
     Fea con frecce furtive.
Non arrossia donzella
     Delle sue brame care,
     Perchè Ciprigna bella
     Comandava d’amare.
L’etèra, dolce il viso,
     Con le labbra eloquenti
     E col leggiadro viso
     Vinceva cori e menti.
Rapito in dolce ebbrezza
     Pericle contemplava
     D’Aspasia la bellezza,
     E il saper n’ammirava.