«Dove un pio mai non consola,
Dove i giorni non gli numera 123Altro mai che l’alternar
Delle scolte...» — La parola
Su le labbra qui del misero 126I singulti soffocâr. —
«Di conforto lo sovviene,
La man stende a lui l’estranio. — 129Quei sul petto la serrò:
Poi, com’uom che più ’l rattiene
Più gli sgorga il pianto, all’eremo 132Col compagno s’avviò.
Ahi! qual alpe sì romita
Può sottrarlo alle memorie, 135Può le angosce in lui sopir
Che dal turbin della vita,
Dalle care consuetudini, 138Disperato, il dipartir? —
Come il voto che la sera,
Fe’ il briaco nel convivio, 141Rinnegato è al nuovo dì;
Tal, sul l’itala frontiera,
Dell’Italia il desiderio 144All’estranio in sen morì.
Ai bei soli, a’ bei vigneti
Contristati dalle lagrime 147Che i tiranni fan versar,
Ei preferse i tetri abeti,
Le sue nebbie ed i perpetui 150Aquiloni del suo mar.