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Qui Gismondo il dì fatale,
Scansò l’ira de’ tiranni;
93Di qui mosse; — e il tristo vale
Qui Clarina a lui gemè;
E qui a pianger vien gli affanni
96Dell’amante che perdè.
Più fermezza di consiglio
Ahi! non ha la dolorosa!
99Fra le angustie dell’esiglio
Lunge lunge il suo pensier
Va perduto senza posa
102Dietro i passi del guerrier.
IL ROMITO DEL CENISIO
Viandante alla ventura
L’ardue nevi del Cenisio
3Un estranio superò;
E dell’itala pianura
Al sorriso interminabile
6Dalla balza s’affacciò.
Gli occhi alacri, i passi arditi
Subitaneo in lui rivelano
9Il tripudio del pensier.
Maravigliano i romiti,
Quei che pavido il sorressero
12Su pei dubbi del sentier.