Come foglia in balía del torrente,
Ahi, la gloria di Grecia è sparita!
L’aure antiche or qui trovi, e fiorente
Delle donne la bruna beltà;
Ma in le fronti virili scolpita
Qui tu scorgi la mesta paura,
Qui l’impronta con cui la sveutura 24Le presenta all’umana pietà.
Sol, che a libere insegne vedrai
Batter forse qui ancor la tua luce,
Sol di Scheria, i tuoi limpidi rai
Sien conforto a un tradito guerrier:
Qui, vagando a rifugio, il conduce
D’una sposa il solerte consiglio;
E tu qui, fra la morte e l’esiglio, 32Fa ch’ei scelga il più mite voler. —
Dal guancial de’ suoi sonni al mattino
L’uom di Parga levò la pupilla:
Il pallore è sul volto al meschino;
Ma il terror, ma l’angoscia non v’è.
Un ristoro che il cor gli tranquilla
Son gli olezzi del giorno novello;
E quel Sol gli rifulge più bello 40Che perduto in eterno credè.
Ma perchè, se il suo spirto è pacato,
Perchè almen nol rivela il saluto?
Perchè a lei che il sorregge da lato
Con un bacio ei non tempra il dolor?
Perchè immoto sull’uom sconosciuto
Il vigor de’ suoi sguardi s’arresta?
E che subita flamma è codesta 48Che in la guancia gli vive e gli muor?
Ben Arrigo la vide: — e compreso
Da che affetto il tacente sia roso,
Come l’uom che propizia un offeso,
Questa ingenua parola tentò: