Ah! dovea, su le tombe spronato,
Il cavallo dell’empio quell’ossa
191A’ ludibri segnar del soldato? —
Da pietà, da dispetto commossa
Va la turba, e sul rogo le aduna
194Che le involi alla barbara possa.
Guizza il fuoco: — all’estrema fortuna
De’ suoi morti la vergin, la sposa
197I recisi capegli accomuna.
Guizza il fuoco: — la schiera animosa
De’ mariti il difende; e appressarse
200La vanguardia dell’empio non osa.
Guizza il fuoco, — divampa; — son arse
Le reliquie de’ padri; — ed il vento
203Già ne fura le ceneri sparse. —
Quando il rogo funereo fu spento,
Noi partimmo: — e chi dir ti potria
206La miseria del nostro lamento?
Là piangeva una madre, e s’udia
Maledire il fecondo suo letto,
209Mentre i figli di baci copria.
Qui toglievasi un’altra dal petto
Il lattante, e fermando il cammino,
212Con istrano delirio d’affetto
Si calava al ruscello vicino,
Vi bagnava per l’ultima volta
215Nelle patrie fontane il bambino.
E chi un ramo, un cespuglio, chi svolta
Dalle patrie campagne traea
218Una zolla nel pugno raccolta. —
Noi salpammo: — e la queta marea
Si coverse di lunghi ululati,
221Sicchè il dì del naufragio parea. —