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Con negri fantasimi
Più sempre il nodrì;
Ahi misero! misero!
69La vita abborrì. —
Ma il sonno più aggrevasi;
Ritorna il tepor:
Trasfusa dal ciglio
73La calma è nel cor.
Oh Dio! nol ritentino
Vaganti pansier
Di patria, d’esiglio,
77D’oltraggio stranier.
III
Come uscito alla strada il ladrone,
Se improvviso lo stringe il periglio,
80Riguadagna a gran passo il burrone;
Là si accoscia, e dal vil nascondiglio
Gira il guardo, ed agogna il momento
83Di spiegar senza rischio l’artiglio:
Tale Alì si sottrasse al cimento.
Poi rivolto all’infausta pianura,
86L’attristò d’un feral monumento. —
Ma que’ marmi non son sepoltura
Che piangendo ei componga al nipote;
89Arra son di sua rabbia futura. —
Sorge un vecchio, e predice: «Remote
Ah! non son le vendette del vinto;
92Oggi ei fugge, doman vi percote.
D’armi nuove il suo fianco è recinto;
E alle vostre la punta fa scema
95In quel dì che l’avete respinto.» —