Pagina:Poesie di Giovanni Berchet.djvu/65


— 65 —


S’ode un pianto: — Discesa alla spiaggia
     È la donna che invoca il consorte,
     E alla voga che a lei già vïaggia
     Più veloce scongiura il vigor.
     Infelice un’angustia di morte
     66Le travaglia la speme nel cor.

A quel prego, su i banchi, — giuliva
     Del riscatto, — la ciurma s’arranca; —
     Già vicina biancheggia la riva; —
     Sotto prora già l’onda sparì; —
     Già d’un guardo il salvato rinfranca
     72La compagna de’ tristi suoi dì. —

L’uom di Parga all’ostello riposa;
     La sua stanca pupilla è sopita. —
     Ma, a custodia dell’egro, la sposa
     Quanto è lunga la notte vegliò;
     E a spïarne, tremando, la vita
     78Su lui spesso ricurva penò.

Nella veglia angosciosa il Britanno
     A la donna soccorre; e le dice:
     «Perchè taci, e nascondi l’affanno?
     Ah! mi svela i segreti del duol;
     Narra i guai che al deliro infelice
     84Fenno esosa la luce del Sol.» —

Era il chieder dell’uom che prepara
     Un conforto maggior che di pianto;
     E a lei scese su l’anima amara,
     Come ad Agar la voce del Ciel,
     Quando già pel deserto, ed a canto
     90Le gemea l’assetato Ismael. —

«O cortese, qualunque tu sia,
     No, d’aprirti il mio cor non mi pesa;
     Ma ove l’angiol di Parga t’invia
     A veder di sue genti il dolor,
     Se tu ascolti parola d’offesa,
     96Non irarti, ma piangi con lor.» —