Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
I PROFUGHI DI PARGA
PARTE PRIMA
LA DISPERAZIONE
«Chi è quel Greco che guarda e sospira,
Là seduto nel basso del lido?
Par che fissi rimpetto a Corcira
Qualche terra lontana nel mar. —
Chi è la donna che mette uno strido
6In vederlo una rôcca additar?
«Ecco ei sorge. — Per l’erto cammino
Che pensier, che furor l’ha sospinto?
Ecco ei stassi che pare un tapino,
Cui non tocchi più cosa mortal. —
Ella corre — il raggiunge — dal cinto,
12Trepidando, gli strappa un pugnal. —
«Ahi, che invan la pietosa il contrasta
Già alla balza perduta ei s’affaccia,
Al suo passo il terren più non basta,
II suo sguardo sui flutti piombò.
Oh pavento! ei protende le braccia: —
18Oh sciagura! già il salto spiccò. —
«Remiganti, la voga battete:
Affrettate; — salvate il furente.
Ei delira un’orrenda quiete:
Muore — e forse non sa di morir. —
O già forse il meschino si pente;
24Già rimanda a’ suoi cari un sospir.» —