Pagina:Poesie di Giovanni Berchet.djvu/50


— 50 —


Dio fu nosco. Al drappel de la Morte,
Alla foga de’ carri falcati
Ei fu guida, per chiane e fossati
Impigliando gli avversi guerrier.
Sì, Colui che par lento agli afflitti,
È il Dio vigil che pugna per essi;
Nel suo giorno ei solleva gli oppressi,
Fa su i prenci il disprezzo cader.

Or m’udite! Al giaciglio de’ servi
Questa rissa di sangue vi toglie:
Saldi, eretti, rïarsi di voglie,
Vi fa donni del vostro vigor.
Ma vi affida un destin che v’è nuovo,
Che vi sbalza su ignoti sentieri:
A percorrerli voi, v’è mestieri
Altro spirto comporvi, altro cor.

Oh! dannati que’ giorni quand’uomo
Da qual fosse città peregrino,
Per qual porta pigliasse il cammino,
Uscìa verso un’esosa città!
Non la siepe che l’orto v’impruna
È il confin dell’Italia, o ringhiosi;
Sono i monti il suo lembo: gli esosi
Son le torme che vengon di là.

Le fiumane dei vostri valloni
Si devian per correnti diverse;
Ma nel mar tutte quante riverse,
Perdon nome, e si abbraccian tra lor:
Così voi, come il mar le lor acque,
Tutti accolga un supremo pensiere,
Tutti mesca e confonda un volere,
L’odio al giogo d’estranio signor.

Le città, siccom’una con una,
Abbian pace anche dentro; e l’insegni,
Col deporre i profani disegni,
L’uom che stola e manipol vestì.