Pera chi stolido
Mi tedia l’anima,
Querulo, indocile
A servitù!
Ebben! che importami
Se omai l’Italia
Nome tra i popoli
Non serba più?
Forse che sterili
Sul colle i pampini
Ai prandi niegano
L’ilarità?
Forse che i rosei
Baci ne mancano,
E i furti facili
Della beltà?
Stringan l’imperio
Su noi gli estranei,
Se la mia stringerlo
Destra non può.
Ma non sia ch’emulo
Con me sollevisi
Chi nella polvere
Finor posò
La notte vedila
Tener le tenebre;
E il giorno limpido
I bei color;
Tai la progenie
Dell’uom dividono,
Due fati immobili,
Gioia e dolor.
Se v’ha chi è in lagrime,
Sorga maledico
Contra le viscere
Che il concepir;