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Presto, all’armi! Chi ha un ferro, l’affili:
Chi un sopruso patì, sel ricordi.
Via da noi questo branco d’ingordi!
Giù l’orgoglio del fulvo lor sir!
Libertà non fallisce ai volenti,
Ma il sentier de’ perigli ell’addita;
Ma promessa a chi ponvi la vita,
104Non è premio d’inerte desir.
Gusti anch’ei la sventura e sospiri
L’Alemanno i paterni suoi fochi;
Ma sia invan che il ritorno egli invochi;
Ma qui sconti dolor per dolor.
Questa terra ch’ei calca insolente,
Questa terra ei la morda caduto;
A lei volga l’estremo saluto,
112E sia il lagno dell’uomo che muor.
II
Era sopito l’Esule;
Era la notte oscura;
I sogni suoi travolti
Altra pingean figura.
Eran sembianze cognite,
Già discernuti volti,
Gente su cui diffondesi
Vitale ancora il sol.
Quale il piè lindo esercita
A danze pellegrine.
Quale alio specchio è intento
A profumarsi il crine.
E qual su molle coltrice
S’adagia; e vinolento
Rattien della fuggevole
Gioia, cantando, il vol: —