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quindici miglia discosto dalla città. Non aveano per ancora ai loro aiuti che i Piacentini, ed alcune centurie di Verona, Brescia, Novara e Vercelli, quando trassero fuori il Carroccio, dirizzandosi contra Federigo per al lago Maggiore. Poco stante, settecento cavalieri, spintisi innanzi a spiare, s’abbatterono in trecento lanzi, sui quali fecero impeto; ma sopraggiunti dalla battaglia, retrocessero a rotta verso il Carroccio. I Milanesi, visto sferrarsi contro di loro a galoppo i cavalli tedeschi, si poneano ginocchioni, pregando a Dio, a san Pietro e a sant’Ambrogio; poi a bandiere spiegate si moveano contra il nimico. La compagnia del Carroccio vacillò un istante, e di tanto vi furon sotto gl’imperiali, che per poco non cadde loro in mano1: a cotal vista, la compagnia della Morte, ripetuto ad alta voce il giuro di morir per la patria, si lanciarono sulle coorti tedesche con tal foga, che n’ebbero atterrato lo stendardo imperiale, e balzato di sella Federigo medesimo che combatteva nella prima fronte, e inseguitolo fuggente co’ suoi, pel tratto di ben otto miglia. Tedeschi, e con esso loro Comaschi difettivi alla patria comune, o furon posti al fil delle spade, o precipitati nel Ticino, o fatti prigioni: bottino ingente nel campo. Federigo non fu trovato tra’ fuggitivi; i suoi fedeli ne cercarono indarno la persona o il cadavere: l’imperatrice rimasta a Pavia, aveva già vestite le gramaglie.

Dopo tre giorni, ricomparve nella città fedele, solo, scornato, diviso dal suo esercito già distrutto o disperso, e costretto a parlar pace, da pari a pari, con quei ribelli coi quali poco innanzi non credeva a sè dicevole di comunicare che coll’organo delle verghe e delle catene.

Eran già scorsi anni ventidue da che, scendendo in Italia, le avea posto a partito o l’assoluta obbedienza, o la distruzione; e in quel giro di tempo, avea cavati dal fondo della Germania sette eserciti poderosi; un buon mezzo milione d’uomini era sceso nell’arme per lui, e del proprio sangue pagato l’onore di servirlo; e questo dramma terribile, di cui sè e l’Italia avea fatto spettacolo, e spettatrice l’Europa, dopo la peripezia di Legnano, accaduta vicino a poche miglia a quei luoghi stessi dov’era apertasi l’azione, s’affrettava alla sua conchiusione colla pace di Costanza.

  1. È tradizione volgare che in quel momento tre colombe, spiccatesi dalla cappella del santi Sisinio, Martirio ed Alessandro, venissero a porsi sull’alto del carroccio; di che, ricevuto ad augurio, i Lombardi si rinfrancassero, e cadessero gli animi nei Tedeschi.