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RAGGUAGLI STORICI1


Chi legge la storia delle Repubbliche Italiane del medio evo, per poco non si crede trasportato ai tempi meravigliosi della Grecia libera. Così splendidi esempi di valore ne’ combattimenti, di fermezza nelle risoluzioni, di longanimità ne’ più disperati patimenti; quella secura fiducia dell’uno contro i dieci, meriterebbero bene che tanto si conoscessero, se ne scrivesse, se ne parlasse, quanto d’ordinario non si conoscono, se non se ne parla, non se ne scrive. Se non che le tenebre e la ruggine, che sembrarono coprir quei tempi; la fatica delle ricerche per la complicazione dell’argomento storico; e più la direzion primitiva delle scuole (ora vien ponendosi già di moda), che ne volgeva esclusivamente ai tempi eroici greci e romani, furon cagione, noi crediamo, della nostra indifferenza per un’epoca a noi più vicina, per la storia di famiglia, direm così, di noi Italiani d’oggigiorno.

E per fermo, più che le glorie romane, da noi divise per lungo volger di secoli, per disformità di religione, d’abitudini, di lingua e di sangue, nostre sono veramente le glorie degli italici repubblicani, di cui si parla. Nel lungo giro di tempo, che le racchiude, l’epoca la più nobile forse e la più mirabile; quella certamente del più importante momento, unico nella succession de’ secoli, in cui la penisola già quasichè tutta accozzata, poteva liberamente decretare l’assoluta sua indipendenza in futuro; corse all’Italia fra gli anni 1154 e 1183. Nel quale spazio di tempo, si rappresenta un dramma del più alto interesse: uno nell’azione, svariato negli episodi; e di cui possiam seguire man a mano, col rincalzar del suggetto, la proposta, il viluppo e lo scioglimento. — Vediamo da principio quel

  1. Nota — Benchè questi ragguagli non escano dalla penna dell’illustre autore, tuttavolta crediamo opportuno di riprodurli, sembrandoci necessarii a spiegare più diffusamente un fatto luminoso della storia italiana.