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Popol di Micca e popol di Balilla,
     Voi siete all’ombra dei colori belli;
     Ma di là del Ticin fin oltre a Scilla,
     Guardate i bei colori che son quelli!
     Guardate un po’ di là per la pianura
     Quanti vi chiaman da la sepoltura;
     Sta volta, se il mio cor non mi fa inganno,
     Io darò prima a voi ’l buon capo d’anno.

Sono un povero vecchio pellegrino,
     E posso andare senza passaporto;
     O tu, che fai la guardia in sul Ticino,
     Io son passato, e non ti sei accorto:
     Forse fra poco te n’accorgerai;
     Ma allor la guardia più non ci farai:
     Sta volta, se il mio cor non mi fa inganno,
     Ti porto, o Lombardia, ’l buon capo d’anno.

Oggi tu hai la neve e il tramontano:
     Pur sei sì bella e mi rallegri il core;
     Ci rivedrem più allegri, o mia Milano,
     Quando vedremo il mandorlo col fiore:
     Verrà col fior del mandorlo la rosa,
     E tu, o Milano, allor sarai gioiosa;
     Qui ’l verde è sempre vivo, ed ei lo sanno;
     E tu, o Milano, avrai ’l buon capo d’anno.

Non istare sì tacita e sì bruna;
     Sveglia, o Venezia cara, il tuo liuto:
     Le tue gondole spingi alla laguna:
     Di’ al tuo Leon che non istia più muto;
     Di’ al tuo Leon che salti in cima al ponte,
     E li faccia passar di là dal monte;
     Di là passati più non torneranno,
     E tu, o Venezia, avrai ’l buon capo d’anno.

O grandi che abitate in Santa Croce,
     Certo che voi qui non istate indarno;
     Alza almen tu, o Vittorio, la tua voce,
     Fa tremar le due sponde a tutto l’Arno;