Sulle mie labbra il canto,
E non ardì il mio genio
Sui venerandi avelli
Dei martiri fratelli
Voce di schiavo alzar.
L’inno dei forti ai forti,
Quando sarem risorti
Sol vi potrem nomar.
Come raccolta e trepida
Presso l’altar fatale
Nella città dei secoli
La vergine vestale
Sul sacro fuoco intesa,
Noi pur la fiamma accesa
Dal vostro sangue, vigili
Nel nostro duol spiammo,
Pensando a voi sperammo,
Trovammo in voi la fè
Quando dicean che solo
In sorte l’onta, il duolo
A noi l’eterno diè.
E or fra il desio, fra l’ansia1
Che dei credenti in petto
Nuova speranza suscita,
Or che ogni grande affetto
Parla potente al core,
L’Italico cantore
Di nuova luce splendida
Sente nel sen presago
La vostra santa imago,
E del suo carme il vol,
Spiega per voi le piume,
Qual di cometa il lume
Torna al paterno sol.
Chè fra i codardi, lurido
Vidi destarsi un riso,
E dei tiranni a un’empia
Gioia atteggiarsi il viso,
Mentre una grande idea