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E la bianca nell’aria sorgendo
Si nascose fra nube fiammante,
E la nera con crollo tremendo
Più del piombo discese pesante:
A quel crollo che l’aria percosse
Roma tutta gemendo si scosse.
E vedevo le torri, i palagi
Come canne ch’ondeggiano ai venti;
E sentivo di giusti e malvagi
Meste preci, bestemmie frementi;
Poi sui campi coperti di fiori
Surse l’arco dai sette colori.
Vagheggiando quest’ultimo augurio
Presagisco futuro più mite,
Ed uscendo dall’umil tugurio
Risaluto le piagge fiorite.
Pria ch’io goda del chiaro mattino
Sulle soglie devoto m’inchino.
Tra i profumi di fiori novelli
Deh ti mesci, mia prece sincera!
Chi sa quanti dolenti fratelli
Stan facendo la stessa preghiera!
Ma dei voti dell’anime fide
La nemica d’Italia si ride.
GABRIELE ROSSETTI
O MORTE O LIBERTÀ!
Minaccioso l’arcangel di guerra
Già passeggia per l’itala terra;
Lo precede la bellica tromba
Che dal sonno l’Italia svegliò;
L’Apennino per lungo rimbomba,
E dal Liri va l’eco sul Po.