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Oh giornate del nostro riscatto!
Oh dolente per sempre colui
Che da lunge, dal labbro d’altrui,
Come un uomo straniero, le udrà! 100
Che a’ suoi figli narrandole un giorno,
Dovrà dir sospirando: io non v’era;
Che la santa vittrice bandiera
Salutata quel dì non avrà.
ALESSANDRO MANZONI.
IL PROCLAMA DI RIMINI
FRAMMENTO DI CANZONE
APRILE, 1815.
O delle imprese alla più degna accinto,
Signor che la parola hai proferita,
Che tante etadi indarno Italia attese;
Ah! quando un braccio le teneano avvinto
Genti che non vorrian toccarla unita,
E da lor scissa la pascean d’offese;
E l’ingorde udivam lunghe contese
Dei re tutti anelanti a farle oltraggio;
In te sol uno un raggio
Di nostra speme ancor vivea, pensando
Ch’era in Italia un suol senza servaggio,
Ch’ivi slegato ancor vegliava un brando.
Sonava intanto d’ogni parte un grido,
Libertà delle genti, e gloria e pace!
Ed aperto d’Europa era il convito;
E questa donna di cotanto lido,
Questa antica, gentil, donna pugnace
Degna non la tenean dell’alto invito: