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MARZO 1821.


Soffermati sull’arida sponda,
     Volti i sguardi al varcato Ticino,
     Tutti assorti nel novo destino,
     Certi in cor dell’antica virtù,
     Han giurato: Non fia che quest’onda
     Scorra più fra due rive straniere;
     Non fia loco ove sorgan barriere
     Tra l’Italia e l’Italia, mai più!

L’han giurato: altri forti a quel giuro
     Rispondean da fraterne contrade,
     Affilando nell’ombra le spade
     Che or levate scintillano al sol.
     Già le destre hanno strette le destre;
     Già le sacre parole son porte:
     O compagni sul letto di morte,
     O fratelli su libero suol.

Chi potrà della gemina Dora,
     Della Bormida al Tanaro sposa,
     Del Ticino e dell’Orba selvosa
     Scerner l’onde confuse nel Po;
     Chi stornargli del rapido Mella
     E dell’Oglio le miste correnti,
     Chi ritoglierli i mille torrenti
     Che la foce dell’Adda versò,