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21Piange natura, e dal suo sen dolente
     Mette un grido di tema, e insiem d’amore,
     Ch’ogni furia crudel può far clemente
     Fin di Cocito nel più fondo orrore.
     Cedon Lachesi, e Cloto; e sol non sente
     La lor Suora pietà nell’aspro core,
     Che già stende la destra, ed è il funesto
     Doppio ferro lo stame a troncar presto.

22Scampo non v’era più, ma fatta ardita
     Un’ombra dall’amor l’Elisie sedi
     Lascia qual forsennata, e va smarrita
     D’Atropo in traccia, e le si gitta a’ piedi.
     Sì di colui, che tu a privar di vita
     Imprendi, o fatai Dea, la Sposa or vedi,
     Perdona se dall’amor tratta io vegno
     Col mio cordoglio a mitigar tuo sdegno.

23Tal filo ah non troncar; se immortal sorte
     Gode il mio nome, tutto io deggio a lui;
     A me debba i suoi dì tolto alla morte
     Ora uno Sposo, onde sì lieta io fui:
     Se un giorno Orfeo la tenera consorte
     Pur da te ottenne co’ lamenti sui;
     Movanti i prieghi miei; d’amore il pianto
     S’abbia due volte di placarti il vanto.