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IN PARIGI

AL SIGNOR

DOTTOR CARLO GOLDONI


SONETTO


Se avesser forza d’innalzarsi quanto
     Nobil desìo gl’infiamma i carmi miei
     Nè fossero a ridir gli affanni rei
     Che soffersi in amar usi soltanto.

Un eletto sacrare immortal canto
     Nuove corde temprando oggi vorrei,
     A te amor di Talìa, a te che sei
     Del dolce Ausonio Ciel delizia e vanto.

Ma invan ciò spero; e a qual Vate concesso
     Or fora d’intrecciare a lauri tuoi
     Frondi più vaghe, e nuova offrirti laude,

Se a te Goldoni il gran Voltaire applaude,
     Ei ch’è de l’arti il Roscio, e or fa co’ suoi
     Pregi più bello il bel Parigi istesso?