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SCRITTO DA BERGAMO

A

GIROLAMO POMPEI


SONETTO


Distrugge, è vero, e con superbo piede
     Il Veglio alato ogni Città calpesta,
     E fuor che rotti avanzi altro non resta
     Di quella che fu a Dido altera sede:

Ma delle etadi al lungo urto non cede
     Di un sacro Vate il nome, e la funesta
     Falce del tempo, cui ne marmo arresta,
     Ne bronzo di Corinto, unqua nol fiede.

Fanno le serpi or nido ove Ilio un giorno
     Surse, ma vive chi de’ Teucri eroi
     Cantò le stragi, ed il furor d’Achille;

E il nome tuo d’immortal gloria adorno
     Vivrà o Pompei, vivranno i carmi tuoi
     Più belli ognor dopo mill’anni e mille.