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Che se a quell’ombre grate, a quegli erbosi
Letti non ti concesse acerba immago
Di ritornar, se là non ti vid’io
Deh! lascia almen che ti riveggia spesso
Qui a la cittade in seno, e di dolcezza
Mi riempian tuoi carmi, e questi intanto
Non isdegnar e tardi troppo e incolti,
Che pur dovean venir sì snelli e gai
S’essi dal mio desir prendean le penne.