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IN OCCASIONE DI ARGOMENTO
PER UN’ACCADEMIA IN VERONA
SULLA UMANA FELICITÀ
SONETTO
Da paura non tocca, o da sospetto
Vidi sicura a la stagion novella,
Errar una innocente tortorella
Fra l’ombre amiche del natìo boschetto;
E nell’udirla lieta il vivo affetto
A l’aure intorno raccontare, ond’ella
Felice ardeva, di sua dolce e bella
Sorte invidia sentii nascermi in petto.
Ma improvviso dal ciel vidi sul fido
Di lei compagno lo sparvier rapace
Piombar, ghermirlo, e farne orrido scempio,
E le lacere membra e il sangue e il grido
Che allor ferimmi il cor, della fallace
Nostra felicità dier nuovo esempio