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AL SIGNOR

GIROLAMO POMPEI IN VERONA

DI POETICA FINZIONE


SONETTO


Quante rendere al ciel grazie dovrei
     Che qui mi addusse dal mio suol natìo,
     Dove te vidi amabile Pompei
     Caro a le Grazie, e di Castalia al Dio.

Merce degl’inni armonïosi e bei,
     Che tu cortese a me inviasti, anch’io
     Posso sperar che i rozzi e umili miei
     Versi vivranno, vincitor d’oblìo.

Ma perchè, ahi lassa! in questa parte stessa
     Pur v’ha chi l’alma ha sì superba e fera
     Che gode di dolor vedermi oppressa,

Ed il mio pianto e i sospir miei disprezza
     Immobil più di alpestre rupe altera
     L’ira de’ venti a non curare avvezza?